All’Iti Marconi una lezione di memoria e di libertà
DITTATURE E EMIGRAZIONI.
Dibattito tra esperti, docenti e studenti su lager, identità e democrazia
«Ogni giorno è quello buono per alimentare la memoria, per scoprire cosa è successo e per evitare che si possa ripetere». La sintesi del dibattito che si è svolto nell’aula magna dell’Iti Marconi sta un po’ in questa considerazione finale fatta dagli ospiti dell’incontro, e condivisa dai ragazzi che hanno partecipato con grande interesse all’evento. Serve, certo, una Giornata della Memoria iscritta nel calendario e istituzionalizzata, ma più importante è avere tante informazioni, magari dirette se possibile, per capire che cosa siano la libertà, la democrazia, il rispetto dei diritti. E il Marconi ha avuto, in effetti, un testimone del tempo e della storia in carne ed ossa, il ceramista albanese Besnik Harizaj, che è arrivato in Sicilia da clandestino fuggendo dal suo Paese dopo il crollo della dittatura comunista che lui aveva vissuto e subìto. «E’ difficile capire che cosa sia la libertà – ha detto Besnik ai docenti e ai ragazzi che lo ascoltavano – se non si è vissuto in un regime che toglie tutto, che ti mette contro i tuoi stessi amici, parenti, con la paura che qualcuno ti denunci per una semplice critica». A evidenziare alcuni tra i passaggi più drammatici della vita di Besnik nell’Albania comunista è stata la scrittrice Lucia Andreano, che nel libro A Mani Nude ha raccontato la storia dell’artista, costretto a fare il contadino prima e il soldato dopo e a fuggire quando gli è stato possibile lasciando la famiglia, l’amore e la sua terra. «Molte delle cose che sono raccontante nel libro – ha detto la Andreano ai ragazzi – sono le stesse che purtroppo si registrano oggi nei flussi migratori che interessano molto da vicino la Sicilia e l’Italia. Si scappa da guerre, da dittatori, ma anche dalla fame. E si finisce nelle mani di trafficanti senza scrupoli. E’questo che occasioni come la Giornata della Memoria o quella del Ricordo, devono cercare di trasmettere e far scoprire ai ragazzi, per far apprezzare loro la libertà di cui godono grazie anche al sacrificio di chi ha pagato con la vita la battaglia per un mondo migliore». Al dibattito ha preso parte anche il dirigente scolastico del Marconi, il preside Ugo Pirrone che ha detto: «La lezione che ricevete oggi ascoltando le parole di Besnik Harizaj è più importante di quella che potete apprendere sul libri. E’ una testimonianza diretta di grande rilevanza storica, umana e sociale». A organizzare l’incontro è stata la direttrice del Dipartimento di Lettere del Marconi, la prof. Franca Rizzo, con la partecipazione della professoressa Teresa Scacciante. Tante le domande dei ragazzi a Besnik Harizaj e tante le risposte che hanno anche emozionato e commosso i ragazzi. Un messaggio per la memoria e per il futuro.