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Il Marconi polo formativo nazionale per l’innovazione didattica e digitale

Scuola, “future lab” a Catania e Palermo

L’istituto tecnico etneo Marconi e il Pio La Torre sono stati segnalati dall’Usr al ministero dell’Istruzione saranno i poli formativi per l’innovazione didattica e digitale del personale che opera nel mondo scolastico

CATANIA. L’I.T.I. “G. Marconi” di Catania e l’I.T.E.T. “Pio La Torre” di Palermo saranno le due sedi dei “Future Lab” attivati dal Ministero per l’istruzione nell’ambito del piano nazionale scuola digitale, quello che è stato ribattezzato “Progetto Scuola 4.0”. Le due scuole di Catania e Palermo sono state selezionate dall’Ufficio scola stico regionale che ha analizzato le caratteristiche di tutti gli istituti che erano potenzialmente candidabili a svolgere la strategica funzione richiesta dal Miur. Il Marconi di Catania e il La Torre di Palermo, alla fine, sono stati quelli che rispondevano meglio alle richieste e alle necessità tecniche e logistiche, per cui si sono aggiudicati le risorse con cui il governo ha finanziato in Italia la nascita di ventidue strutture, i Future Lab, appunto, che serviranno a trasmettere competenze e conoscenze legate al mondo dell’innovazione. La Sicilia è, tra l’altro, una delle dieci regioni che dal Ministero ha ottenuto nella ripartizione dei fondi due centri formativi, ad ognuno dei quali sarà affidata una dotazione di 100mila euro. Per fare cosa? L’obiettivo del progetto globale della Scuola 4.0 è ambizioso e guarda, ovviamente, molto avanti. Nel caso specifico dei Future Lab si tratta di creare, spiega il Miur, «ambienti laboratoriali che saranno aperti, anche in orario extrascolastico, all’intera comunità scolastica nonché al servizio delle altre scuole e del personale scolastico dell’intera area regionale, per la formazione sul digitale». I poli formativi per l’innovazione didattica e digitale, in sostanza, sono la spinta ulteriore che il Miur vuol imprimere al sistema scolastico proiettandolo, per quanto possibile con un livello di conoscenze e abilità sempre maggiore, in una dimensione futura. Anche per questo la scelta è caduta in Sicilia su scuole che, sotto questo aspetto, presentano caratteristiche tali da garantire un’offerta di alto profilo coerente con le aspettative del Miur. L’I.T.I. Marconi di Catania, diretto dal preside ing. Ugo Pirrone, punta da tempo, per esempio, sull’innovazione, sulle nuove tecnologie, sulla ricerca scientifica di alto livello ed ha creato una serie di partnership sul territorio con aziende del settore del digitale, delle telecomunicazioni. Una valorizzazione dell’offerta che, appunto, accanto al fatto che la scuola ha una struttura moderna e spazi utilizzabili per l’allestimento dei laboratori, ha spinto l’Ufficio scolastico regionale, ad indicare questa scuola come polo formativo su cui poggeranno le province che hanno l’area etnea come punto di riferimento geografico e di relazioni. Discorso analogo per il Pio La Torre di Palermo, istituto tecnico ed economico che ha posto grande attenzione al capitolo dell’innovazione in questi anni. Da questi Future Lab, naturalmente, dovranno venir fuori risultati importanti in termine di preparazione ed aggiornamento del personale scolastico che seguirà i corsi. In gioco c’è il futuro stesso del sistema scolastico, che non vive certamente un momento di serenità con il governo, ormai a scadenza, che quantomeno spera di lasciare un’eredità positiva per quanto riguarda l’innovazione. Oggi, a due anni dall’avvio del Piano nazionale scuola digitale, il 97% delle scuole è dotato di connessione, il 54% delle aule è adatto alla didattica digitale, nell’82% degli istituti si usa il registro elettronico, mentre il 96% utilizza il digitale per le comunicazioni con le famiglie. Numeri che testimoniano un salto di qualità rispetto al recente passato, ma non basta, naturalmente. Il resto dovrà arrivare dai progetti che sono stati finanziati, a partire dall’investimento di 140 milioni per la realizzazione in chiave digitale di laboratori professionalizzanti in un’ottica di Industria 4.0. Altri 2,5 milioni, poi, sono stati destinati alle aree più deboli per creare ambienti innovativi nelle scuole di periferia sperimentando il digitale come soluzione inclusiva contro la dispersione scolastica. E poi gli snodi regionali, appunto, con il Marconi e il La Torre chiamati a svolgere questa funzione delicata e di svolta per il futuro. Un futuro che è già cominciato.

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